Sono passati vent’anni esatti dalla scomparsa, a Biancavilla, di Turi Ventura, attore della compagnia teatrale “Quattro soldi”. Di lui, i biancavillesi ricordano ancora le interpretazioni di alcuni personaggi che hanno incarnato il dialetto, i modi e le peculiarità di un’intera comunità. Aveva una capacità, con la sua inconfondibile “maschera”, la sua mimica, la sua postura, di incarnare il carattere più intimo dei biancavillesi. Qualità che lo hanno reso popolare ed amatissimo dal pubblico. Il sodalizio più fortunato è quello con il poeta e autore teatrale Giuseppe Tomasello.
Di quest’ultimo, Nero su Bianco Edizioni, proprio quest’anno, ha pubblicato la raccolta della sua produzione teatrale in dialetto siciliano dal titolo “Biancavilla in palcoscenico”. Un tributo sia a Giuseppe Tomasello (scomparso nel novembre 2024) che a Turi Ventura, a cui è dedicata la copertina.
Il volume è arricchito dai contributi introduttivi di Alfio Lanaia e di Vincenzo Randazzo, amico e compagno di palcoscenico di Ventura, ricordato «per la sua abilità nell’interpretare ruoli tragicomici con una profondità e una leggerezza uniche».
«Turi – sottolinea Randazzo – è stato un attore versatile, capace di passare senza sforzo dal dramma alla commedia, dal pathos all’ilarità. La sua capacità di adattarsi ai diversi stili teatrali lo ha reso un camaleonte del palcoscenico. Quando indossava i panni di un personaggio, sembrava che il suo corpo e la sua anima si fondessero in una danza armoniosa di emozioni contrastanti.