Un’intera vita vissuta a Biancavilla, tra la maestosità dell’Etna e il fiume Simeto: qui è nato nel 1933 e qui è morto nel 2024 il “poeta contadino” Giuseppe “Puddu” Tomasello. Il legame con la campagna, dove ha cominciato a lavorare fin da bambino, è certamente fonte e ispirazione dei suoi testi, in gran parte in dialetto siciliano.

Poeta vincitore di innumerevoli concorsi e riconoscimenti, per anni ha animato e promosso la rassegna “Sciuri di Mungibeddu”, assieme a Placido Benina, altro illustre verseggiatore con cui ha condiviso una profonda amicizia.

Poi, l’avventura delle commedie teatrali, alcune delle quali – grazie all’interpretazione dall’attore Turi Ventura della compagnia “I quattro soldi” – lo hanno reso ancora più popolare.

Cantore dei sentimenti più nobili, Tomasello è stato un osservatore attento calato nel suo tempo (per il Partito Comunista Italiano ha ricoperto il ruolo di consigliere comunale), sempre con una spiccata curiosità ed apertura alla modernità. Ne è un esempio il suo entusiasmo, poco prima della sua scomparsa (all’età di 90 anni), quando ha visto “convertire” una sua poesia in canzone pop attraverso l’Intelligenza Artificiale: «Sugnu sicilianu e mi ni vantu…».

Nel 2025 Nero su Bianco Edizioni ha pubblicato “Biancavilla in palcoscenico”, che raccoglie le 10 commedie teatrali scritte da Tomasello in dialetto siciliano.

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