Gerardo Sangiorgio, un Internato Militare Italiano sopravvissuto ai lager nazisti.

Una sequenza di numeri impressa su una placchetta metallica, appesa al collo con un laccetto. Dietro all’identificativo di prigionia 102883/IIA, la storia di Gerardo Sangiorgio, lo studente di Biancavilla, chiamato alle armi, rifiutatosi di aderire alla Repubblica di Salò e, per questo, spedito nei Lager nazisti. Anni di disumane sofferenze, al limite dell’annientamento. Poi, la liberazione ed il ritorno a casa.

Mai una parola di rancore per i suoi aguzzini. Ma la testimonianza dei valori umani e cristiani rivolta ai suoi alunni e sempre presente nel suo impegno di intellettuale e letterato.

«Una nobile figura che ci viene incontro con la sua memoria e con i suoi scritti e ci costringe a pensarlo nella sua individuale, unica e sacra, e violata, esistenza», lo descrive in prefazione Nicolò Mineo.

«Borzì ne segue le vicende biografiche con profonda partecipazione e illuminandone il significato profondo. Oggi abbiamo più che mai bisogno di tramandare i valori autentici e di proporli con fermezza ai più giovani. E forse non soltanto a loro. Abbiamo bisogno ancora di ricordarci e ricordare cosa abbia rappresentato la dittatura fascista per l’Italia. Ricordare cosa è una dittatura».

Oltre alla prefazione di Nicolò Mineo, il volume è arricchito da un breve contributo appositamente scritto da Erri De Luca.

AUTORE Salvatore Borzì
CONTRIBUTI Nicolò Mineo
Yves Bonnefoy

12,00 

Informazioni aggiuntive

Formato

166 pagine
13,5 x 21 cm

Carta

Avoriata (interna)
Patinata (esterna)

Copertina

Flessibile con alette

Rilegatura

Brossura fresata

Anno di edizione

2019