«Nient’altro che Te, o Signore. La vita “bella” del prete». È il titolo dell’ultimo libro di padre Fausto Grimaldi, pubblicato per Nero su Bianco Edizioni. La prima presentazione del libro si è tenuta presso la chiesa “Sant’Euplio” di Catania, di cui padre Fausto è parroco. Presente padre Francesco La Vecchia o.p., lo stesso che ha firmato la prefazione del volume. Un volume che offre molteplici spunti di caratteri filosofico e che ci stimola alla riflessione.
In un mondo in cui l’uomo è ridotto a solo corpo dove l’unico linguaggio dotato di senso è quello scientifico, come poter riscoprire una fede in relazione alla ragione e una ragione purificata dai pre-giudizi del modernismo? Cosa rimane se si nega la trascendenza dell’essere?
L’epoca contemporanea mostra le sue multiple sfaccettature che disorientano l’uomo: egli desiderando raggiungere un equilibrio a livello etico e in ambito economico sociale e culturale, finisce col sentirsi in conflitto, vivendo così una netta separazione tra la dimensione intima e quella reale. Si assiste, perciò, ad un crescente dramma esistenziale che, nonostante gli inevitabili e quanto mai reiterati interrogativi: “chi siamo?”, “da dove veniamo?”, “dove andremo?”, conduce ad una più profonda riflessione e consente il loro superamento a favore di una domanda più radicale: “cosa stiamo facendo di noi stessi?”. Navigando in ambienti socio-culturali prevalentemente secolarizzati, si vive nella confusione, ogni prospettiva personale diventa un assoluto dove l’“assoluto di sé” risulta inconsistente.
Padre Fausto, con questo libro, ci porta in un viaggio stimolante, facendo tappa tra interrogativi e questioni aperte con riflessioni filosofiche e teologiche sulla vita e l’esperienza sacerdotale. Lo fa, con chiarezza analitica, attingendo anche dai saperi di diversi pensatori. Da filosofo curioso bussa alla porta della ricerca di tanti autori che hanno ipotizzato, hanno provato a capire come la verità possa coincidere con una persona. Come la verità che spinge il cuore dell’uomo ad elevare il suo sguardo non possa essere rinchiusa in formule fissiste e rimanere, così, solo una domanda aperta. Non è possibile immaginare uomini – e la storia ne ricorda tanti anche tra i pensatori! – che non cercano la felicità ma si fermano sulla soglia, negandosi la bellezza di quell’incontro che non cambia la vita, semplicemente la rivela e la conferma.
Se la felicità resta la meta di ogni individuo, lo è ancora di più per ogni prete, che vive per annunciarla e testimoniarla (Dalla prefazione).
Non è possibile immaginare uomini – e la storia ne ricorda tanti anche tra i pensatori! – che non cercano la felicità ma si fermano sulla soglia, negandosi la bellezza di quell’incontro che la rivela e la conferma. Cosa rimane se si nega la trascendenza dell’essere?
La felicità è il fine della vita di ogni uomo e, in particolare, della vita di un sacerdote che vive di quella felicità da annunciare e testimoniare.
La vita di un prete è fatta di disponibilità da non confondere o, ancor peggio, barattare con le liturgie simpatiche e ammiccanti, con le dottrine comode dalle taglie calibrate, con la fede fai da tè che fa tutti contenti. La disponibilità è sinonimo di responsabilità. Quella di don Fausto non è né una denuncia né tantomeno moralismo. Le parole intessute fra le righe di questo scritto sono la testimonianza del cuore di un sacerdote che da uomo vuole condividere con i suoi fratelli la bellezza della Parola che salva. Una Parola che ci aiuta a comprendere il giogo dell’ascolto affinché non diventi mai disobbedienza, ossia cecità che ci impedisce di lasciarci fissare dal suo sguardo. Una Parola che faccia del sacerdote un profeta non perché annuncia vaticini allettanti e oracoli compiaciuti. Un profeta che ha il coraggio di fare suoi i pensieri di Dio. Il coraggio di condividerli con il mondo. Il coraggio di testimoniarli con coerenza e forza.
Padre Fausto vuole farci gustare questa bellezza come quando egli stesso rimane incantato dal fascino di un tramonto. Tramonti che attendono nuove aurore: per vivere, per capire, per amare quella Verità che è amore.
Arricchito dalla prefazione di padre Francesco La Vecchia o.p. e dalla postfazione del presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, il volume è la testimonianza di un sacerdote che da uomo vuole condividere con i suoi fratelli la bellezza della Parola che salva per vivere quella Verità che è Amore e sussurrare: “Signore, nient’altro che Te”.