Gerardo Sangiorgio (Cancello Arnone, 1921 – Biancavilla, 1993) è stato un poeta, saggista e memorialista italiano. Cattolico ed antifascista, si oppose all’adesione alla Repubblica di Salò e fu deportato nei lager di Bonn am Rhein e di Duisdorf. Fu uno di quei valorosi giovani soldati che, dopo l’8 Settembre, seguirono il destino degli “Internati Militari Italiani”.
Sopravvisse all’orrore e, ritornato nella sua Sicilia, completò gli studi in Lettere classiche all’Università di Catania per intraprendere la carriera di insegnante. Un’intera vita dedicata a promuovere tra i suoi alunni i valori di libertà e fratellanza.
Dal presidente Sandro Pertini e dall’allora ministro della Difesa, Giovanni Spadolini, ottenne il diploma d’onore di “Combattente per la Libertà d’Italia” in quanto internato “non collaborazionista”. Per volere del presidente Sergio Mattarella, in sua memoria, è stata consegnata alla famiglia una medaglia d’onore in occasione della Festa della Repubblica del 2023, nel trentesimo anniversario della sua morte.
Fine poeta e letterato, i suoi scritti sono stati raccolti nel volume “Quando l’algente verno…” (2020) con l’introduzione di Salvatore Silvano Nigro. Notevole le sue “Memorie di prigionia”. Assidua la sua collaborazione con diverse testate giornalistiche.
Nel 2020, Nero su Bianco Edizioni ha pubblicato la raccolta di sue lettere e memorie del periodo 1941-145 nel volume “Una vita ancora più bella. La guerra, l’8 Settembre, i lager”. Libro curato da Salvatore Borzì, lo stesso che per la nostra casa editrice, nel 2019, ha dato alle stampe “Internato n. 102883/IIA. La cattedra di dolore di Gerardo Sangiorgio”.